Come Confcommercio non abbiamo complessi di persecuzione ma è indubbio che da alcuni anni a questa parte, in merito al rinnovo della Camera di Commercio di Catania, abbiamo avuto forte la sensazione che vi fosse una congiura contro di noi. Troppi fatti concatenati, troppi cambiamenti di alleanza (modo raffinato per definire i tradimenti) in cambio di vantaggi fin troppo evidenti, troppe interferenze anche di altre province per non pensare che ci fosse un progetto, per indebolirci o forse, infine, fermare la nostra battaglia per garantire il rispetto di quella legalità di cui molti parlano ma che pochi esercitano. In questi mesi abbiamo visto un po’ di tutto: nani che pensavano di essere giganti, palloni gonfiati che pensavano di essere novelli Napoleoni, pseudo imprenditori che volevano insegnare materie mai conosciute ed esercitate, ma soprattutto abbiamo visto tanti, troppi, alla ricerca di un posticino al sole, uno qualsiasi! Noi di Confcommercio siamo rimasti calmi, sappiamo di rappresentare tante, tante imprese e non temiamo certamente il confronto. Ci hanno dato per scomparsi cento volte ma noi ci siamo sempre, gli altri, come le meteore, fanno un po’ di luce, qualche volta un piccolo boato, ma poi... pofff, bruciati, non resta nulla, neppure una traccia di fumo! In questa vicenda ci ha colpito la mancanza di neutralità di una parte del sindacato, ci ha sorpreso l’indifferenza della politica, ci ha rattristato il voltafaccia di qualcuno che stimavamo e ritenevamo amico. Di contro ci ha confortato vedere che esistono ancora persone per cui la parola ha un valore. La cosa però nell’intera vicenda che finisce con il farci sorridere è il vedere come, mentre qualcuno aveva imbandito imprudentemente il banchetto per festeggiare la vittoria senza averla ancora ottenuta, prima le dimissioni di dodici Consiglieri camerali hanno scombussolato le improvvisate strategie, ora il presidente Renzi rischia di rovinare definitivamente la festa! Vedremo fra pochi giorni cosa deciderà il Governo ma certo, sia che si punti ad uccidere le Camere di Commercio con l’abolizione del contributo obbligatorio, sia che si preveda la riduzione dalle attuali 105 ad una quarantina, nulla sarà come prima. Con buona pace per le trame e per i “tramatori”. M.d.M.