Che Renzi abbia vinto
credo non vi possano
essere dubbi, è
una vittoria per molti versi
straordinaria: per le dimensioni,
non si ricordava un risultato oltre il
40%, per l’estensione territoriale , non è una
vittoria a macchia di leopardo, come altre
volte era accaduto in passato. Il risultato, infatti,
seppure variando nelle percentuali, ha
riguardato l'intero territorio nazionale, dalle
Alpi alla Sicilia, dall'Est all'Ovest! Ora, a prescindere
dalle ideologie politiche e dalle
simpatie personali, credo che tutti si aspettino
da Renzi quei cambiamenti, quella
svolta di cui sono stati lanciati alcuni flash
e che attendono di diventare concreto
programma politico. Gli ottanta euro per
alcune categorie, il contenimento dei compensi
ai manager pubblici, la riduzione dei
parlamentari, sono segnali che certamente
hanno colpito l'elettorato, sono segnali che
attendono conferme coraggiose in assenza
delle quali potrebbero esserci sorprese anche
nel breve periodo! Renzi ha dalla sua
una serie di fattori che lo aiuteranno, almeno
nel breve periodo: ha l’opportunità
della guida della Comunità Europea che
costituisce pur sempre una grande vetrina
internazionale; ha una opposizione divisa e
confusa, con un movimento 5 Stelle, che una volta superato il trauma della inaspettata
sconfitta dovrà inevitabilmente rivedere
la propria strategia, e con una destra divisa,
disorganica e senza prospettive per l'assenza
di leadership e di rinnovamento percepito
dall'elettorato; ha un partito che seppure,
probabilmente non amandolo, ha capito
che l'opportunità è unica e che il perderla
sarebbe pura follia. Ora viene la parte
più difficile dell'opera avviata da Renzi:
è superata la fase della rottamazione, è
passata la fase degli annunci e delle uscite
ad effetto, passerà anche la fase dei bagni di folla; ora verrà il momento delle scelte,
scelte che non potranno non essere che
coraggiose e talvolta anche impopolari. L’Italia
è in condizioni drammatiche, le aziende
delocalizzano, i consumi calano, la popolazione
invecchia. Tengono, ma solo
parzialmente, il turismo e l'esportazione,
che pure non decollano come potrebbero
e dovrebbero. Non basteranno interventi di
facciata, si dovrà cambiare, cambiare sul
serio! Dovremo noi italiani imparare ad
affrontare la realtà: sono finiti i tempi
delle pensioni facili, delle false invalidità,
delle imprese decotte tenute in vita pensando
così di salvare posti di lavoro, delle
assunzioni pubbliche per mascherare il
mancato sviluppo, della politica autoreferenziale,
dei privilegi piccoli o grandi che
siano. Sono finiti i tempi dei debiti facili di
uno Stato che una classe politica imbelle,
ma che noi abbiamo regolarmente eletto,
ha portato al secondo posto nell'indebitamento
percentuale rispetto al PIL, superato
soltanto dal Giappone. Ora viene il tempo
dei sacrifici, necessari, e ci auguriamo
sufficienti per ripartire, delle scelte
che diano un futuro alle nuove generazioni.
Gli italiani, che nei momenti difficili, la
storia ce lo insegna, sanno dare il meglio,
insieme sapranno farcela. Intanto auguri
Presidente, di cuore. Anche se ci piacerebbe
averla eletto e non imposto dall'alto!
Pietro Agen