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Mercoledì 12 Marzo 2025
INIZIATIVE

La Confcommercio contro l'abusivismo commerciale

La Confcommercio di Catania punta i riflettori sull`abusivismo commerciale in città.
Lo fa in modo forte e senza mezzi termini per tutelare i commercianti onesti da una piaga che sta distruggendo il tessuto imprenditoriale.

catania, 03/05/2012

La Confcommercio di Catania punta i riflettori sull`abusivismo commerciale in città.
Lo fa in modo forte e senza mezzi termini per tutelare i commercianti onesti da una piaga che sta distruggendo il tessuto imprenditoriale.
Così l`associazione denuncia la scarsa attenzione da parte dell`amministrazione comunale e i provvedimenti inefficaci verso le decine di venditori ambulanti irregolari disseminati a ogni angolo della città, con picchi di concentrazione esagerati su viale Rapisardi e San Giovanni Galermo, su via Dusmet, piazza Sanzio e via Giuffrida.
A parlarne stamattina in conferenza stampa il presidente di Ascom Catania Giovanni Saguto e il funzionario della Confcommercio provinciale Francesco Sorbello, che hanno illustrato anche col supporto di numerose foto l`attività illegale svolta dagli abusivi.
«La verità è che a Catania gli abusivi sono intoccabili - dice Francesco Sorbello - se si tiene conto che il fenomeno è cresciuto a dismisura negli ultimi tempi. L`attività di contrasto pubblicizzata dall`amministrazione, in verità, è stata assolutamente inefficace e non ha prodotto alcun risultato. Sono stati elevate contravvenzioni a gente che non le pagherà mai, non è stato effettuato un serio sequestro delle merci e soprattutto, non sono state sequestrate le attrezzature e i mezzi. Il cambio ai vertici dell`assessorato al commercio - incalza Sorbello - si è rivelato una strategia perdente. Se le cose andavano male prima, oggi vanno ancora peggio».
Gli abusivi in città sono circa 1300, nel loro business in prevalenza prodotti ortofrutticoli, accessori taroccati, occhiali e cd musicali.
Sviluppano un giro d`affare di quasi cento milioni di euro l`anno creando un mancato gettito per l`erario di circa 27 milioni di euro, parte dei quali vengono meno alle casse comunali, considerato che i commercianti irregolari evadono IVA, IRPEF, TARSU, INPS e suolo pubblico e non sottostanno alle rigide regole in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e autocontrollo alimentare.
Dall`altro lato, il commerciante regolare affronta almeno 6.000 euro l`anno di spese fisse oltre alle utenze e affitti, subendo ogni serie di controlli.
«Se l`amministrazione comunale - spiega Giovanni Saguto - non interverrà con azioni mirate e risolutive saremo costretti a ricorrere alla Procura della Repubblica contestando i reati di omissione e favoreggiamento. Non possiamo più consentire che chi lavora in regola, già aggredito dalla concorrenza della grande distribuzione, dal calo dei consumi e da una tassazione sempre più esosa debba subire anche il peso dell`abusivismo».

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