Certamente non è facile capire cosa stia succedendo a questa nostra cara, vecchia Italia. A sentire Renzi la ripresa sarebbe già iniziata: sarà all`inizio lenta ma diverrà poi travolgente, tanto da insidiare il primato della «locomotiva» tedesca. Ad ascoltare invece le opposizioni non vi sarebbe nessuna vera ripresa se non un semplice miglioramento della situazione, determinato, più che altro, da fattori esterni, certamente non ripetibili, almeno costantemente nel tempo.
A chi dare ascolto? Un fatto, in questo momento, è certo: Renzi è un uomo fortunato, oltre che, probabilmente, abile. Mai, da decenni, si era determinata una situazione così favorevole alla ripresa economica dell`Italia: un rapporto euro/dollaro con la nostra moneta ai minimi storici nel valore di cambio; il prezzo del petrolio che oscilla da mesi intorno a valori dimezzati rispetto a quelli a cui ci eravamo ormai abituati; uno spread dei nostri bond rispetto a quelli tedeschi che si è stabilizzato intorno ai 100 punti.
Il prezzo delle benzine è ormai stabile al ribasso, favorendo, di fatto, anche la ripresa del mercato automobilistico che da sempre costituisce, almeno in Italia, un sicuro segnale di ripresa; le esportazioni traggono vantaggio notevole dai nuovi livelli di cambio ed anche il turismo non potrà non avere vantaggio da quella che appare, per molti versi, come la prima svalutazione dell`euro, una svalutazione che per molti aspetti sembra essere più costruita a tavolino che frutto di leggi di mercato.
Anche la politica della Banca Europea contribuisce, indubbiamente, alla ripresa. I più che consistenti acquisti di titoli dei singoli Stati dovranno, almeno nel breve/medio periodo, liberare risorse del sistema bancario che probabilmente favoriranno investimenti e quindi sviluppo.
A questo punto, direte voi, il gioco è fatto, l`Italia, smentendo i profeti di sventure, ce la sta facendo, è partita la ripresa! La realtà, a nostro parere, è un poco meno felice di come appare o di come vorrebbero farcela apparire. È vero che, come hanno recentemente affermato alcuni economisti di grido, questa volta i fattori che favoriscono la ripartenza sono molti e coincidenti , ma... non dobbiamo dimenticare che nonostante gli interessi sul debito siano crollati avvicinandosi allo storico zero, il valore complessivo dello stesso debito non cessa di crescere e passa di record in record, lasciandoci in una situazione che era e rimane di costante pericolo. Pericolo tanto maggiore in quanto il nostro debito è in gran parte nelle mani di investitori stranieri che notoriamente non sono dediti ad opere di bene, né sono guidati da principi solidaristici!
Allora? Vi chiederete.
Noi pensiamo che il «treno» Italia possa effettivamente ripartire: gli ultimi interventi in materia di lavoro vanno certamente nella giusta direzione, il PIL nazionale appare, finalmente, in seppur lieve ripresa, ma qualcosa ancora manca, manca lo scatto che soltanto una revisione profonda del sistema fiscale può determinare. Non vogliamo parlare di aliquota unica ma quantomeno di una vistosa riduzione della progressività delle imposte.
Pensare che ci possa essere ripresa, fintanto che un nostro piccolo imprenditore che dichiari utili per alcune decine di migliaia di euro dovrà versarne allo Stato, per imposte varie e contributi, una quota che oscilla fra il cinquanta ed il settanta per cento è pura fantasia! Se il governo Renzi lo comprenderà avremo la ripresa, in caso contrario sarà l`ennesima occasione perduta e la fortuna come dice un vecchio detto difficilmente bussa due volte alla stessa porta!
di Woodstock