Un nome semplice, UNIONE, per il nuovo raggruppamento di sigle sindacali dei lavoratori autonomi. Le otto maggiori sigle che rappresentano il commercio, l`artigianato e la cooperazione si uniscono per fare squadra anche a livello provinciale a quattro anni dal Patto di Capranica, così chiamato perché il primo summit avvenne al teatro Capranica di Roma per contestare i contenuti della manovra finanziaria dell`allora governo Prodi, firmato appunto nel 2006 per valorizzare il ruolo delle piccole e medie imprese italiane nei rapporti con il governo e con tutta la politica nazionale.
CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI, CNA, UPLA/CLAAI, CONFARTIGIANATO, CASARTIGIANI, LEGACOOP e CONFCOOPERATIVE hanno sottoscritto una alleanza stamattina nella sede della Confcommercio di Catania per parlare di rappresentanza, di coordinamento comune e in particolare delle possibili risposte da dare alla crisi che stringe in una morsa Catania e la sua provincia.
Hanno presieduto alla firma Riccardo Galimberti Presidente di Confcommercio Catania, Totò Bonura Direttore generale CNA, Orazio Platania Presidente dell`UPLA/CLAAI, Nello Molino Presidente di Casartigiani, Enza Lombardo Presidente di Confesercenti Catania, Giuseppe Giansiracusa Presidente di Legacoop, Gaetano Mancini Presidente Confcooperative, Antonio Barone Presidente Confartigianato.
Non c`è un presidente nell`Unione ma a rotazione, per sei mesi, ognuno sarà il portavoce. Incarico affidato per la prima tornata a Totò Bonura della CNA.
«L`idea, condivisa da tutte le parti in questione, non è quella di unificare le associazioni - ha introdotto il presidente Confcommercio Riccardo Galimberti - ma di creare un forte coordinamento politico che possa aprire un dialogo proficuo con il governo, con i Comuni e le Regioni. Un patto di collaborazione per costruire una forte alleanza che consenta alle associazioni di acquisire una identità politica ed organizzativa, di qualificare l`iniziativa programmatica su tutte le principali questioni che stanno davanti alle imprese e al territorio. Insieme esprimono, potenzialmente, una rappresentanza integrata di filiera».
Le associazioni dell`Unione insieme associano oltre 35 mila e cinquecento imprese (il 94,7% della totalità delle imprese «sindacalizzate» della provincia di Catania al netto delle aziende agricole) che occupano quasi 110.000 addetti.
Nonostante la crisi finanziaria, mentre la grandi imprese licenziano, le piccole e medie imprese, quelle sotto i 50 dipendenti, registrano una percentuale di licenziamenti che non arriva al 3%, questo perché i rapporti tra titolare e dipendente sono molto più intimi, si lavora insieme, si condividono gli alti e i bassi dell`azienda e si affrontano insieme anche i momenti di crisi.
«Le Organizzazioni del Commercio, dell`Artigianato e della Cooperazione - ha spiegato Totò Bonura - hanno una duplice ambizione: essere non una semplice sommatoria di esperienze, ma un valore aggiunto per la città, per la provincia di Catania e per gli imprenditori e contribuire alla costruzione di un progetto a favore dell`impresa diffusa e di un sistema di servizi competitivi e adeguati al territorio.
Non vogliamo rivendicare posizioni, - ha continuato Bonura - ma dare voce ad un vasto mondo imprenditoriale e ad un progetto che intende assecondare la vocazione terziaria della città e prefigurare uno sviluppo produttivo dell`intero territorio».
Sono 5 i punti su cui si basa il progetto dell`Unione che punta l`attenzione su commercio, turismo, cooperazione, artigianato e zona franca urbana, come ha illustrato ancora il portavoce Bonura: «Il riordino del comparto del commercio è tra le priorità, vincolando per 30 anni alla destinazione originaria le aree sulle quali devono sorgere le iniziative della grande distribuzione già autorizzate; sostenendo gli esercizi di vicinato anche favorendo la loro specializzazione e aggregazione; promuovendo un`agenzia di marketing per valorizzare i prodotti tipici dell`agricoltura e dell`artigianato.
Nel campo del turismo servono iniziative concrete, anche con la collaborazione dei privati, che permettano alle grandi navi di continuare ad attraccare al porto di Catania, evitando che si spostino a Messina; di valorizzare i beni paesaggistici e monumentali per renderli fruibili ai cittadini ed ai turisti tutti i giorni della settimana; di organizzare grandi eventi sportivi, culturali e musicali; di accogliere i turisti predisponendo visite gratuite alle botteghe del centro storico dell`artigianato artistico e tradizionale e organizzando la degustazione dei prodotti locali.
Per la Cooperazione occorre procedere all`assegnazione delle aree da destinare all`edilizia abitativa al fine di consentire la realizzazione di 1.100 alloggi già finanziati; un provvedimento che non costa nulla e che avrebbe enormi ricadute per le imprese e per l`occupazione. Avviare una progettualità relativa al welfare anche in considerazione della sempre minore disponibilità di risorse pubbliche e, contestualmente, individuare soluzioni utili a ridurre i tempi di pagamento della P.A. nel caso di imprese labour intensive come ad esempio le cooperative sociali. Sostenere i progetti di aggregazione dei cittadini attraverso la formula cooperativa per ridurre le situazioni di disagio economico delle famiglie (cooperative di acquisto collettivo di energia, cooperative di consumo, ecc.) e favorire processi di aggregazione cooperativa delle imprese, finalizzati all'innalzamento della loro competitività attraverso la concentrazione dell'offerta di servizi/prodotti.
Nel settore dell`artigianato occorre prevedere nel PRG l`individuazione di zone, dentro e fuori l`area urbana, da destinare ad attività artigianali allo scopo di permettere a chi vuole ampliare o rilocalizzare l`attività di poterlo fare e di favorire la nascita di nuove imprese che in assenza di nuovi spazi non potranno nascere. E infine la Zona Franca Urbana dove Comune, Provincia e Regione sono chiamate a implementare le risorse economiche e che il Comune di Catania, nello specifico, individui a Librino altre aree da destinare ad attività manifatturiere e commerciali perché gli spazi all`uopo esistenti sono assolutamente insufficienti».
Maggior peso politico nell`interesse generale, una voce che sia unanime attraverso un tavolo di concertazione finalizzato a portare avanti battaglie comuni, riuscire finalmente a farsi ascoltare e non più solo a farsi sentire.