Il tribunale amministrativo del Lazio ha accolto le proteste degli esercenti sulla responsabilità oggettiva: niente più multe per chi non farà lo sceriffo
Baristi, ristoratori, gestori di discoteche e di sale bingo dovranno limitarsi ad esporre i cartelli a norma di legge sul divieto di fumo. Con la sentenza emessa oggi, a seguito dell`udienza del sette luglio scorso, il Tar del Lazio ha dato ragione alla Fipe: i ristoratori non dovranno fare gli sceriffi. Nella sentenza riportata integralmente anche sul sito www.fipe.it si specifica infatti che con la circolare ministeriale del 17 dicembre 2004: «& Viene dunque imposto un preciso dovere di vigilanza a fini pubblici a soggetti privati, del tutto sfornito di base legale, e che dunque è illegittimo anzitutto per violazione del principio di legalità».
Sempre secondo il Tar, la disposizione ministeriale avrebbe anche infranto i limiti imposti alla libertà di iniziativa economica privata previsti dall`articolo 41 della Costituzione. Il magistrato ha infatti ritenuto «palesemente erronea l`interpretazione seguita dalla circolare» che faceva oltretutto riferimento alla precedente legge contro il fumo del 1975.
«Il ricorso - si legge nella sentenza - è fondato e meritevole di positiva valutazione».
Il presidente provinciale e regionale della Fipe - Confcommercio Dario Pistorio è in linea con le affermazioni di Edi Sommariva, direttore generale di Fipe-Confcommercio, che ha dichiarato:
«In questa sentenza hanno vinto la legge e il buon senso perché l`interpretazione del Tar non fa altro che avvalorare le nostre tesi. Ristoratori, baristi e tutti gli esercenti pubblici non possono sostituirsi alle forze dell`ordine e soprattutto non possono mettersi in una posizione di così forte contrasto nei confronti dei clienti che devono essere serviti e non denunciati».
La sentenza assolve, come riportato sul testo stesso, il bar «Lo Scaletto» di Savona, il primo esercizio ad essere stato multato e ad aver presentato ricorso.