I rappresentanti delle associazioni antiracket del Sistema Confcommercio hanno incontrato stamattina il Comandante dei Carabinieri di Catania Alessandro Casarsa.
In linea con i rapporti di grande collaborazione che le cinque associazioni antiracket di matrice Confcommercio hanno sempre tenuto con l`Arma, i presidenti della Rocco Chinnici, Claudio Risicato, e della Ugo Alfino, Maurizio Squillaci, insieme al coordinatore Francesco Fazio, hanno presentato l`attività svolta dalle associazioni sul territorio della provincia etnea e i buoni risultati ottenuti grazie al sostegno delle forze dell`ordine e della magistratura e ad un lavoro di squadra che inizia nelle scuole per proseguire poi il suo percorso di legalità nei corsi di formazione ai futuri imprenditori.
«Sono stato letteralmente travolto dalla realtà locale - ha esordito il comandante Casarsa presentandosi agli ospiti - segnale di una città ospitale ma con serie problematiche legate ai fenomeni di illegalità. Il lavoro che le associazioni antiracket svolgono sul territorio sarà sempre sostenuto dalle forze dell`ordine, datemi il tempo di inquadrare circostanze e persone che si muovono in questo contesto per aver più chiaro il quadro di interventi. Mi piacerebbe poter garantire a tutti tranquillità ma il personale spesso è insufficiente per questo chiedo la massima compartecipazione per poter concentrare le attuali risorse disponibili nella tutela dei soggetti sensibili».
E di soggetti sensibili ce ne sono tanti, fanno notare i presidenti delle associazioni antiracket, che si ritrovano a lavorare a titolo gratuito in condizioni non sempre facili.
«La nostra forza è lavorare con spirito di sacrificio e senza condizionamenti, l`attività delle associazioni antiracket è infatti a titolo gratuito - sottolineano i presidenti delle associazioni antiracket - Siamo sempre in prima linea nelle azioni di contrasto alla criminalità con passione e fermezza ma sempre con grande discrezione, non ci interessa il risalto mediatico. La sovraesposizione e il troppo clamore non aiutano nessuno, men che meno le vittime di fenomeni come racket ed usura che si vedono mancare il sostegno delle banche in un moneto in cui, invece, ne avrebbero grande bisogno per andare avanti con le loro attività. Allo Stato chiediamo massima collaborazione perché la cultura della denuncia non si può diffondere se la gente non ha fiducia nelle istituzioni, se non è garantita la certezza della pena, se i tempi della giustizia e del ristoro per le vittime sono troppo lunghi».